venerdì 18 novembre 2011

E allora tolgo il superfluo dall'altra metà di me stesso

                                                                               Renzo Verdone


Di quanti strati puoi essere fatto? Di quante sfaccettature si può comporre una persona, e di quante se ne comporrà nel prossimo futuro è inimmaginabile. E' un pò come quando stai lì a parlare, a creare frasi senza pensare che con quelle stesse parole potresti dire mille cose diverse. Ci sono cose di cui non parli mai, cose che seppellisci in un Porto sepolto per cui devi trasformarti in un palombaro per andare lì in mezzo alla fossa comune per ritirarli fuori e non lasciare che tutto passi senza passare mai. Puoi seppellire qualsiasi cosa del resto Dostoevskij lo dice chiaramente che quel vigliacco dell'uomo si abitua a tutto alla fine.  Il problema è che quando seppellisci devi seppellire qualcosa che dentro di te è già morto da un pò, perchè si sa il vivo alla fine torna sempre a galla, scalciando e urlando. Fortuna che sono diventata una specialista di sepolture e non mi lascio ingannare più come prima, avendo perfetta percezione del momento in cui arriva l'ora x che porta dalle scale di una stanza dorata allo scantinato umido e gelido del dimenticatoio.





Temevo che la furia del mio vento
rovinasse tutti i germogli belli e veri,
e il mio sole è brillato e brillato,
ed il mio vento non ha mai soffiato.

Ma un germoglio bello o vero
non fu trovato su nessun albero,
perché tutti i germogli crebbero e crebbero
senza frutti, falsi, anche se belli da vedere.

 William Blake

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