domenica 30 giugno 2013

La peste


Tu stai controllando, stai sprecando un'occasione
Per verificare se son come pensi
Vorrei far saltare con la dinamite le tue indecisioni
Non ti fidi fino in fondo e poi mi guardi uscire

Se dissimulare non significa mentire,
Guardati dai miei silenzi
Dalle mie poesie,
Se consideri la peste come una rivelazione
Scegli se purificarti oppure brucia tutto

POTRAI DIVIDERE IL MIO CORPO IN PARTI UGUALI
IN UN ISTANTE CHE PURIFICA
NON C'E' NESSUN CONFINE CHE DIVIDA E ILLUMINI
LA FRECCIA E IL SUO BERSAGLIO
POTRAI DIVIDERE IL MIO CORPO IN PARTI UGUALI
IN UN ISTANTE

Tu stai recitando, stai curando le ferite
Snuda il tuo pugnale che ti sto aspettando,
non esiste strategia che ti permetta di colpire al buio
non puoi sopportare che io stia guardando
forse ti conviene coglierti nel sonno

POTRAI DIVIDERE IL MIO CORPO IN PARTI UGUALI
IN UN ISTANTE CHE PURIFICA
NON C'E' NESSUN CONFINE CHE DIVIDA E ILLUMINI
LA FRECCIA E IL SUO BERSAGLIO
POTRAI COLPIRMI A FONDO E FARMI SANGUINARE
IN UN ISTANTE CHE PURIFICA
NON C'E' NESSUN CONFINE CHE DIVIDA E ILLUMINI
LA FRECCIA E IL SUO BERSAGLIO
POTRAI DIVIDERE IL MIO CORPO IN PARTI UGUALI
IN UN ISTANTE...
IN UN ISTANTE...
IN UN ISTANTE...

venerdì 28 giugno 2013

Vivere per non farsi del male



Sai quando tornerai io sarò già via
Senza un'idea
Vendendo roba tua
Riciclandomi
Restando vivo

Imparare a barare e sembrare più vero
Due miserie in un corpo solo

C'è solo sangue
Solo sangue dentro me
C'è solo sangue
Quando sai che sei fedele
A quello in cui non credi più

Vivere per non farsi del male
Poter vedere
Com'è non morire e non sentire
Cambiare idea


Con le labbra sul vuoto
La chitarra nel vuoto
Il mio cazzo inutile

C'è solo sangue
Solo sangue dentro me
C'è solo sangue
Nelle tue cosce in rovina
Quello che tu non sei

Guarire un po'
Sognare un po'
Amare un po'
Fallire un po'
Far male un po'
Mentirsi e poi
Tornare a sfamarsi un po'


C'è solo sangue
Solo sangue dentro me
C'è solo sangue
Solo sangue e non magia
Solo sangue e non magia

Solo sangue e non va via

mercoledì 26 giugno 2013

Non c'è niente da capire



Forse il nostro viaggio porta un po' più lontano
tu sorridevi agli autovelox e mi spedivi contro e spedivi contro il pentagono
i tuoi aerei pieni di armi e di beni materiali
le parole d'amore delle centrali nucleari e tutti gli altri vietnam
e per le trasfusioni vuoi la vernice rossa perché è più coreografica
quando mi hai detto che sono come l'edera
quando ti ho detto che sei come l'edera
e hai deciso che sei lesbica
i tuoi pensieri sono spesso delle stesso materiale del cielo di milano
sventolano dei fazzoletti bianchi dalle finestre quando passiamo
per salutarci o perché si arrendono
e tutti i nostri no dove vuoi che ci portino

e neanche se ti pagano
ma tanto non ti pagano
e neanche se ti pagano
ma tanto non ti pagano

il motore eterno del nostro furgone
le ombre rosse il tono della tua voce che era per rischiarare
sulle puttane in viale europa ricominciava a nevicare
su questo schifo di amore era per respingerti in mare
per farmi tempeste e lente rappresaglie e come tante utilitarie
per conformarci ad un certo modello di dolore
per un malinteso senso del progresso per un difetto di fabbricazione

nei cieli di regina coeli e nei negozi chiusi
dove cazzo siete andati tutti
i vostri sguardi che fondevano i metalli
e i camionisti addormentati su di noi ai centodieci
i nubifragi tra le tue ciglia e il guardrail
come vorrei i tuoi fuochi artificiali le tue cazzo di canzoni commerciali
ci troveremo davanti ai nostri muri dei pianti oppure uccisi da putin

quanto costano quanto costano quanto costano quanto costano
i tuoi amici che si contano sui petali di quei fiori che quando soffi si disfano gli aerei per palermo fermi a prendere freddo i dieci grammi nel tuo reggiseno i pescherecci che non tornano quei lunghi mesi immobili i santi i raccoglitori di pomodori le bombe al fosforo quei momenti che respiravamo forte come se stessimo correndo come per commemorare i tuoi capelli lunghissimi i lavori irregolari i militari iraniani i tramonti che hanno dei colori chimici i detenuti morti i venti forti dai deserti libici i venti che incendiano i campi nomadi le meteoriti le navi ferme immobili tra l'italia malta e la libia i primi fari antinebbia le nostre ultime bufere violente le guardie notturne che vanno a dormire e non c'è niente da capire non c'è niente da capire

avremmo fatto una figura migliore ad annegare ubriachi l'altra sera nel tevere
avremmo fatto una figura migliore a continuare a bere e annegare l'altra sera a trastevere
avremmo fatto una figura migliore a continuare a bere e annegare sabato sera nel tevere
avremmo fatto una figura ad annegare ubriachi io e te nel tevere

sabato 1 giugno 2013

Accettare e andare avanti



                                                                                 Briana Kranz



In fondo non è così difficile rassegnarsi alle brutte notizie, basta pensare che potrebbero essere peggiori di quelle che sono, pensare che si è fortunati nella sfiga. E mi sembra così paradossale pensare che sono due anni che lei lotta per la vita e che adesso io devo combattere una piccola battaglia per poter dare una vita un giorno se vorrò. "Devi operarti perchè con le medicine non passa" e mi sembra come un tuono che spacca il cielo a metà mentre lei è solo a due km di distanza in un altro lettino d'ospedale. Com'è beffarda la sorte a volte, a volte sempre. Ma io non ho paura, perchè me l'ha insegnato lei, insieme a mille altre cose.


I tuoi amici che si contano sui petali di quei fiori che quando soffi si disfano.