sabato 30 novembre 2013

Già.

"Succede che una mattina ti svegli e vedi che fuori non piove più e allora ti chiedi - beh? Che è successo?
Ecco, quella mattina successe a me che da tanto tempo non amavo, ma non per chissà quale motivo, non amavo e manco io sapevo il motivo preciso, m
a forse sì che lo sapevo: che senso poteva avere per me l'amare se non amare che te?
Quella mattina io avevo una gran voglia di dirti - ti amo -, almeno credo.
Quanto mi manchi amore mio. Certo, io lo sapevo già dentro di me di questa cosa che mi manchi ma l'ho capita bene solo quando fuori ha smesso di piovere e a me mi giocava il cuore.
È che prima avevo la scusa per non vedere il sole, pioveva, mica era colpa mia, ma le nuvole ora sono andate via portandosi dietro tutte le scuse. Ok, tu non ci sei, ok, ma va bene, va bene anche se va male, va bene perché io ti amo lo stesso.
C'è come un diario che ho chiuso nel petto, sento che devo tirarlo fuori e devo farlo senza schemi se non gli schemi che mi porto nel cuore.
Ah! Mannaggia mannaggia, mannaggia al cuore che non sa far calcoli ma che pure spesso sbaglia i conti.
Ma io non ero riuscito a dirti quel ti amo.
Era una primavera quando andasti via, lo ricordi? Io cercavo di farmi forza, la vita andava avanti sentivo dirmi da tutti.
Quando te ne sei andata io mi sono un po' rincoglionito.
Mi persi, diciamoci la verità, perdendoti io mi persi. E tu? Ah! No scusa, non volevo chiederti se anche tu ci sei rimasta male, era un e tu come stai? Roba del genere insomma, un e tu cosa fai ora? Che stai facendo adesso, adesso è in questo momento, che stai facendo in questo momento? Non mi interessa cosa stai facendo nella vita, io non ci sono più nella tua vita, cosa vuoi che mi importi?
Sicuramente starai facendo tante cose belle, bellissime, ma a me importa adesso, adesso adesso mi importa, adesso in questo momento. Io adesso ti sto pensando facendomi del male. Io vorrei non pensarti ed averti invece qui, qui vicino a me.
Ma non ci sei. Non voglio pensarti ma non lasciarmi solo, non andare via anche dai miei sogni.
Tu dolce ferita mi tagli il cuore, ma io sorrido sai? Non mi fa male questo maledetto male. Sorrido perché dentro ci sei te e ti vedo, almeno posso vederti. Ti vedo pure che dai un bacio a quello lì e questo un pò a dirti il vero mi fa incazzare.
Ma tu non lasciarmi lo stesso, tienimi con te pure se sono incazzato.
Tienimi con te. Non mi fa male la ferita al cuore, no, non mi fa male, sei tu che non ci sei, non andare via oltre.
A volte mi sento tanto forte da poterti dire che non esisti senza di me.
Ma non è vero sai? È che ci provo ad andare avanti, bisogna comunque provarci o almeno provo a convincermi che bisogna provarci.
Fossi riuscito a dirti ti amo oggi me ne fotterei della pioggia che smette o che non smette, facesse cosa cavolo vuole la pioggia, fossi riuscito a dirti ti amo io ora non sarei qui a pensare a dimenticarti senza cancellarti.
Sei incancellabile tu.
Sei come quelle macchie di inchiostro sul taschino della camicia, solo che sulla camicia ci puoi mettere una giacca, un maglioncino, ma su di te cosa ci posso mettere?"


Charles Bukowski

mercoledì 27 novembre 2013

Risalire






E' passato anche se spinto con tutte le forze questo mese vigliacco e infame, che ti ha separato dalla sola persona che non ti ha mai deluso e di cui ti sei sempre fidata. Adesso quindi devi tirare per forza le somme, come se potesse servirti a qualcosa, come se elencare tutte le cose andate ti aiuti a farti questa famosa ragione che tutti dicono. Perchè alla fine qual'è sta ragione che una persona deve farsi a perdere una persona che era stata sempre in perfetta salute prima dell'inferno del linfoma? Che ragione devi farti della gente che prende quello che gli serve e se ne va? Che ragione devi farti di persone che mostrano di essere in un modo e invece sono tutto l'inverso? Che ragione devi farti di chi si dimentica di te quando tu non ti dimentichi mai di nessuno, come se alla fine vincessi un premio o ci guadagnassi qualcosa a fare così, a essere così. Non ci sono ragioni che tengono per certe cose, e questo perchè neppure esistono. E spesso la vuoi trovare una ragione, e come se la vuoi trovare, magari se la trovi riesci ad alleggerirti, pensi. Che poi è ironico pensare di alleggerirti quando l'unica sensazione che senti dentro è il vuoto. In fondo hai sempre voluto avere i problemucci che avevano gli altri, quella legerezza che rasenta la superficialità, avresti voluto sapere poco, capire ancora meno, avresti voluto essere come gli altri, non la tipa giudiziosa e responsabile già a nove anni scarsi. E ora che puoi scegliere di essere come gli altri, di svuotarti, che fai? Scegli di non farlo, perchè non vuoi essere altro da te, perchè essere te, ti mantiene delle certezze che ti potranno strappare solo quando morirai. La certezza di non poter fare affidamento su nessuno in modo incondizionato, quella di non dover permettere a nessuno di avvicinarti oltre quel limite ben definito da te fissato che ti mantiene al sicuro, la certezza che la tua rabbia non è infondata, la certezza che se un giorno strappi tutti i tuoi libri e gli dai fuoco solo tu capirai perchè lo stai facendo. Risali, da quest' abisso di finzioni, di messaggi forzati, di conversazioni con cui si consuma solo la tastiera del computer o del cellulare. Risali, perchè non hai altra scelta.



Giorni e mesi corrono veloci
la strada è oscura e incerta
e temo di offuscarmi
non prestare orecchio alle menzogne
non farti soffocare dai maligni
non ti nutrire di invidie e gelosie
In silenzio soffro i danni del tempo
le aquile non volano a stormi
vivo è il rimpianto della via smarrita
nell'incerto cammino del ritorno

Seguo la guida degli antichi saggi
mi affido al cuore ed attraverso il male
a chi confessi i tuoi segreti?
ferito al mattino a sera offeso
salta su un cavallo alato
prima che l'incostanza offuschi lo splendore



giovedì 21 novembre 2013

L'errore è sempre uno

Io non tremo, è solo un po' di me che se ne va. 
 Afterhours 

 


Giovedì, ed è passato quasi un mese da quando Lei non c'è più. A volte sembra ancora che è solo un incubo molto lungo da cui mi devo svegliare, poi arriva la realtà a prendermi a schiaffi e a riportarmi al vuoto che si è creato. Perchè il dolore ti svuota, ti lascia privo di tutto, come se dentro di te qualsiasi cosa può cadere senza fare eco, senza impatto. Il dolore non brucia, alleggerisce. La delusione è altro, quella t'incedia di rabbia, ti riempie della consapevolezza che le cose come stanno sono sempre diverse da quelle che pensi. E io solo ora capisco che il dolore è altro da quello che pensavo di provare, perchè è un cecchino che spara a sangue freddo a tutte le parole che tentano timidamente di venire fuori. Di delusioni invece ne ho avute parecchie e continuo ad averne anche ora che non trovo neppure le parole per spiegarlo quanto ci resto male. E allora non dico niente, e lascio scorrere. E poi dirlo servirebbe a qualcosa? L'errore è sempre uno, mischiare le cose, illudersi che la gente sia come dice di essere, credere a quello che non c'è, inconsapevolmente da un lato, colpevolmente dall'altro. E questo mi spinge a voltare le spalle, a correre lontano, sempre di più, a distaccarmi dalla gente, anche da chi credevo fosse diverso. Mi fa scomparire nel nulla, come un'ombra stanca di dover esserci solo se esiste una fonte di luce che ne rende possibile l'esistenza. Esisto e non come ombra, ma come un corpo volente o nolente reale.


Quanto tempo abbiamo ancora per illuderci di stare, 
per illuderci di andare, per illuderci di avere?



martedì 19 novembre 2013

Non ammazzata




Tardo pomeriggio, col vento che bussa prepotente alla finestra. L'unico rumore è questo fruscio ostinato, anche i pensieri oggi sono muti. Ma sono sempre lì come una colica renale pronta ad esplodere quando non te l'aspetti. L'importanza di essere impermeabile sta in questo, nell'apparire un palazzo di cemento armato, sempre là fisso al terreno, e l'errore sta nel non considerare che anche quelli che sembrano palazzi quando piove si bagnano e restano lì a subire e assorbire tutta l'acqua che cade. In silenzio s'imparano molte cose: inizi a misurare il dolore, a fare un cronometraggio di quanto tempo ci metti a rialzarti ogni volta che cadi, cominci a tollerare fino allo stremo delle forze le parole inutili, le frasi di circostanza, i commenti fuorvianti e la tenerezza che fai a chi stolto non sa che potresti divorarlo, anche in mezzo a due milioni di lacrime, se solo volessi. E poi molte cose perdono importanza: tutto quello che hai investito su persone pronte a prendere più che possono e non dare niente in cambio. Un classico, gente parassita che non fa altro che vittimizzarsi da sola per poi essere tutto quello che dice di odiare.  Ho capito che ci sono persone che mi vogliono bene nonostante io sia così rotta, funzionante a tratti, a volte assente, a volte spietata.  Ho visto la debolezza di mia madre, la fragilità di mio fratello, il rifiuto di mio zio, mi sono vista strisciare rimanendo sempre in piedi, sempre d'un pezzo, un pezzo a pezzi. E ora sono qui, in un'altra dimensione di realtà, senza di lei. Una mancanza che rimarrà sempre la spia dell'ennesimo sasso che mi hanno tirato, senza riuscire ad ammazzarmi.


martedì 12 novembre 2013

Ricordare





Ricordare,ricordare,è come un pò morire.
Tu adesso lo sai perchè tutto ritorna anche se non vuoi.
E scordare,e scordare è più difficile.
Ora sai che è più difficile se vuoi ricominciare.
Ricordare,ricordare,come un tuffo in fondo al mare.
Ricordare,ricordare quel che c'è da cancellare.
E scordare,e scordare è che perdi cose care.
E scordare,e scordare finiranno gioie rare

domenica 10 novembre 2013

The eternal



La processione va avanti, le grida sono finite
Lode allla gloria degli amati
che ora non ci sono più
Parlando ad alta voce seduti alle loro tavole
Fiori sparsi innaffiati dalla pioggia
Ero vicino al cancello in fondo al giardino
Guardandoli passare come nuvole nel cielo
Cerco di gridare nella foga del momento
Posseduto da una violenza 
che brucia dall'interno

Piango come un bambino nonostante questi anni m'invecchino
con i bambini il mio tempo è così sprecato
Un peso da portare, nonostante la loro interiore partecipazione
Accetto come una disgrazia un affare sfortunato
Sdraiato vicino al cancello in fondo al giardino
Il mio sguardo spazia dalla siepe al muro
Nessuna parola potrebbe spiegare, nessuna azione potrebbe risolvere
Posso solo guardare gli alberi e le foglie che cadono.