mercoledì 31 luglio 2013

Da: "C'era una volta l'amore ma ho dovuto ammazzarlo"

"Non sono stato sempre buono con lei, anzi, di solito ero un figlio di puttana. La amavo tanto e non sapevo cosa fare. Invece di darle ciò che sentivo, di colmarla di quell'amore aspro, me lo inghiottivo. E' una cosa che non riesco ancora a capire: il suo amore mi arrivava senza problemi, il mio invece non fluiva verso di lei. Credo che il suo amore reprimesse il mio. Lei e il suo amore formavano una sostanza densa in cui il mio amore e io rimanevamo impantanati, allora diventavo una furia e lei non riusciva a capirlo. L'ho trattata male molte volte perché ero disperato ma l'amavo più della mia stessa vita e quando se n'è andata la mia vita si è spenta.
Quando ho saputo che l'avevo perduta per sempre sono impazzito. Prima che sia trascorso un secondo sarai morto centomila volte, dice un versetto del Corano e io ho dovuto viverlo. Non aveva smesso di amarmi ma il suo amore era malato e non sopportava la mia presenza. Ho visto tutto il dolore nei suoi occhi, tutti i miei tradimenti e le mie bugie, io ero la persona che si frapponeva tra lei e me, il rivale impossibile. Allora, quando ormai era troppo tardi, il mio amore è esploso, il suo amore malato non opponeva resistenza e il mio è andato dritto verso di lei ma lei ormai mi aveva chiuso le porte. E ho dovuto tenermi il mio amore e ci sono state gocce di sangue nel mio silenzio. Lei si è allontanata e io sono entrato nella cella frigorifera, il locale meno accogliente di tutti i manicomi, e non ne sono ancora uscito."


Efraim Medina Reyes


domenica 28 luglio 2013

Bouquet



La solitudine è
Stile di vita per me
Quando mi stanco
Di chi mi giudica
Un cantante fra le nuvole

Allora succede
Che torna la nausea
Salgo sulla bicicletta ed osservo
Passare il mondo
In chiave estetica

Perché scelgo le persone
Sulla base di cravatte
E tagli di capelli
Semplici particolari
Che direste inutili
In altre occasioni memorabili
Se questo non ha senso
Guardo voi
Le vostre vite
Mi chiedo
“La bellezza che cos'è?”
Ma resto qui
Con un bouquet di viole
Che non gradirai

(Lei)
Si dice in giro
Che sei solo un bastardo
Lo sai?
Dormi nei letti di tutti
Dormendo mai
Io non ci credo
Dimmelo chi sei
Che vuoi?

venerdì 26 luglio 2013

Le parole spesso non contano




Il problema è la differenza tra parole e fatto, tra affermazione verbale e negazione fattuale. E' così facile dire cose bellissime, anche convincersene fino al punto di crederci veramente, ma la realtà viene sempre a galla per quanto tu possa bramare di nasconderla. Puoi dire che per te esiste solo una persona, che ci tieni, che è l'unica che può amarti ma se nei fatti non dimostri che è così tutto si svuota, come una bellissima scatola infiocchettata da cui ti aspetti chissà che, solo che quando la apri è irrimediabilmente vuota. E può bastare questo? Può colmare tutto il resto, può riempire i vuoti che ogni giorno si allargano sempre di più? Non dico coprirli del tutto, ma almeno provarci. Sono sempre stati tutti pronti a dire che sei la sola persona, ma tra il dire e il fare passa tutto il resto. E tu ne hai fatta passare acqua sotto i ponti, talmente tanta, che anche i ponti sono stati spazzati via dalla furia del flusso di acqua sporca e detriti. E a cosa è servito distruggere l'impalcatura? A doverne creare una nuova, un nuovo ponte per passare dal lato di quello che immagini a quello che è realtà. L'errore sta nella speranza che qualcuno possa salvarti da te stesso, quando sai benissimo che l'unica persona in grado di salvarti, sei tu.




mercoledì 24 luglio 2013

La seconda scelta






Ho sempre pensato che è triste essere la seconda scelta di qualcuno, quella scelta di cui ti accontenti perchè non puoi avere quello che vorresti. E' come quando vai in pizzeria e sfogli il menù, leggi tutte le pizze e scegli contento quella più adatta a te, la migliore per i tuoi gusti. Arriva il cameriere e ti dice che la pizza che hai scelto non la possono fare perchè manca un ingrediente, e allora tu riprendi in mano il menù e di fretta scegli un'altra pizza, che possa sostituire la tua prima scelta. Ti portano la pizza che hai scelto, la mangi e ti piace pure. Il problema è che quando tornerai a casa penserai sempre alla tua prima scelta che non hai potuto mangiare. E' così anche con le persone, con la maggior parte di loro. Essere la seconda scelta è quanto di più umiliante possa esistere per una persona.



martedì 23 luglio 2013

Dovevo dirti molte cose



Sono sul ciglio della strada
amore scusami
io ti sorrido ma non puoi più guardarmi
confesso che non ho più armi e sogni qui per te
per te che mi aiutavi ogni giorno a vivere
per te che ora io non vivo più
sto scivolando tra le strade della tua città
quanto sei bella e forte da quassù.
Non è stato facile per me
stare su
continuo a fingere per te
corro più su
dovevo dirti molte cose amore.
Sono sul ciglio della porta
amore scusami
non suono per non disturbare te che dormi
le foto ti ritraggono felice ma non più con me
ho smesso di fumare è stato così semplice
ma non è facile vederti giù
ma scivolando tra le luci della tua città
ti vedo forte e bella da quassù.
Non è stato facile per me
stare su
continuo a fingere per te
corro più su
dovevo dirti molte cose amore.
Corro più su
dovevo dirti molte cose amore.

sabato 20 luglio 2013

Osservarti osservare in silenzio


"Mi conosceva come le sue tasche, eppure non capiva quello che provavo.
O forse lo capiva, ma faceva finta di niente."
Valentina D'Urbano- Il rumore dei tuoi passi




L'indecisione riguardo al ricontattare una persona oppure no, ti prende così come un pugno nello stomaco inaspettato dato da uno sconosciuto. Allora ci pensi, no? Scrivi il messaggio, e poi pensi che no è meglio contattare con il social network che ogni giorno ti rende più antisociale di quanto tu non sia sempre stato. Ma poi dici, che neppure questa è una soluzione, e allora fai il numero deciso a buttarti dentro una vasca gelata, e quando sta per partire il fatidico chiamata in corso, chiudi tutto e stacchi pure il cellulare. Alla fine ti rendi conto che non sapresti manco cosa dire e sicuramente che ti manca non glielo dirai mai, neppure sotto tortura. E' tutto come in uno spettacolo di burattini: legati a fili separati distanti ma mai troppo per non vedersi, mantenere distanze vuote come silenzi pieni di parole, pieni di gesti, pieni di atti che possono ferire, ferirti. E un giorno come se fossi oggi mi ricordo di averti detto che la cosa bella delle mancanze è che non sono eterne, che anche quando pensi che dureranno per sempre non è mai così. Tu sicuramente neppure lo ricordi, perchè quella che ricorda sempre tutto ero e sono sempre io, quella che si fa una malattia di ogni cosa che sente. Sono stata cinica, come sempre, ma non ho completato la frase, avrei voluto aggiungere, che quando ti abitui alle mancanze diventano assenze e di quelle non ti liberi più. Ma ancora una volta sono stata zitta, perchè per me era ed è molto più comodo essere spietata, essere cattiva specialmente con le persone a cui voglio bene. Lo sono da quando ero così piccola che non potevo mai immaginare che sarei diventata un mostro: mio fratello era un bambino piagnucolone che cercava sempre la mamma, quando mio padre partì lei dovette iniziare a lavorare, così noi spesso eravamo soli a casa, in quel periodo passavano sempre "Siamo soli" di Vasco Rossi, e lui non la poteva sentire, lo faceva piangere, scalciare, e io anzichè tutelarlo lo tormentavo giornate intere, non perchè mi piacesse la canzone, ma perchè detestavo le sue lacrime. Odiavo il fatto che piangesse e lo volevo fortificare, ora capisco che non ero e non sono nessuno per cercare di fortificare la gente,  che sono stata pessima,  e che non potevo immaginare che quello sarebbe diventato il mio standard di modus operandi. Così non mi resta la consapevolezza che non ti cercherò mai e che ti osserverò nel silenzio del mio orgoglio consolandomi con l'illusione che anche tu osservi in silenzio anche se so che non osservi nè leggi più niente di me.

giovedì 18 luglio 2013

L'importanza di fare il morto

Mi starò bene così. Mi accontenterò di come sono, rotta, ammaccata, funzionante solo a metà.
Valentina D'urbano- Il rumore dei tuoi passi









 Il mare di metà luglio, una giornata di sole in una spiaggia popolata da stranieri. L'acqua è immobile, una tavola su cui sdraiarsi pronti per un autopsia di pensieri, emozioni, sensazioni, morti già dal momento in cui erano embrione. Serve davvero esporsi a qualcuno, per qualcuno o qualcosa che non riesci nemmeno a definire? Il prezzo che si paga è sempre dannatamente alto, pesante sul tuo conto personale, è l'accusa di non essere autentici, l'accusa di una bugia incisa a fuoco sulla pelle e la convinzione di capire tutto e niente insieme, di essere nel giusto e nell'errato continuamente, del vagare. E avresti anche voglia di parlare, di raccontatti, o forse avresti solo voglia di sbagliare ed essere sicura di poter dire di averlo fatto.
La corrente porta con sè i resti di pensieri che si sono sviluppati per anni, costantemente, fino a logorare tutto, fino a lasciare una ferita aperta a marcire senza nessuna cura. Il guaio è che tu aspetti ancora che qualcuno te la curi, qualcuno che ti salvi, ma nessuno può salvarti, se sei solo in mezzo al mare, o decidi di nuotare oppure anneghi lì seduta stante.




Sfoga la tua rabbia
nella rabbia dell'oceano
forse c'e' una spiaggia
dietro a un'altra pagina
Ma come puo' accaderti questo?
Decolli a bordo del tuo letto
Stai tranquilla non e' niente
e' solo vita che entra dentro
il fuoco che ti brucia il sangue
quella e' l'anima
Puo' anche non piacerti il mondo
o forse a lui non piaci te
comunque questa e' un'altra storia

martedì 16 luglio 2013

Primo e ultimo castello di sabbia




Nel 1995 avevo cinque anni, ero una bambina felice, normale e spensierata, tutti i colori erano esattamente come li vedevo, la scala era completa e non si riduceva a una gradazione di bianco-grigio-nero. Ero socievole, parlavo molto, non avevo peli sulla lingua, e questa è una delle poche cose che sono riuscita a conservare. Ricordo troppo, è uno dei peggiori difetti che ho. Quel giorno giocavo sulla sabbia, e costruivo catapecchie fatiscenti con secchiello e paletta, erano brutte, imperfette e sicuramente non un esempio di quei capolavori di castelli fatti dai bimbi in tv. Mio padre si arrabbiò con me perchè non ascoltavo mia madre che mi chiamava per mangiare, e distrusse la catapecchia. Io rimasi senza parole, non capendo che quella sarebbe stata solo il primo di moltissimi altri episodi senza parole, senza se e senza ma, ma non ho pianto. Dopo un pò si è scusato e voleva aiutarmi a ricostruire tutto, ma io scuotendo la testa decidevo che non avrei più costruito castelli con lui e andavo a farmi il bagno vicino alla riva. Quello è stato il primo e l'ultimo orrore che ho costruito. Oggi a distanza di molti anni mi rendo conto di non essere cambiata di una virgola, di essere sempre la stessa persona testarda che non costruisce più nè castelli di sabbia nè castelli per aria.


Era l'esperienza di una frazione di secondo che cambia tutto; lo scontro automobilistico; la lettera che non dovevamo aprire; il nodulo nel petto o nell'inguine; il lampo accecante. Sul mio ordinato palcoscenico le luci erano accese, e forse io finalmente aspettavo tra le quinte.
Josephine Hart- Il danno





 Mi sono reso conto in un momento
Che il vento non ne porta più nessuna
Di notizie buone o di cattive
Il vento ha solo smesso di soffiare

Non soffia più
Non muove niente
Non soffia più

Le foglie son rimaste un po' deluse
Avrebbero voluto volare almeno un po'
Don Chisciotte non sa più con chi combattere
Le mie scarpe rotte non sanno dove andare

Non soffia più
Non muove niente
Non soffia più

domenica 14 luglio 2013

La differenza



Ti ho chiesto di esser sincera
e invece mi hai mentito
ti ho chiesto il permesso di amarti
ma non me lo hai dato
mi hai dato un coltello affilato
mi hai detto ammazzami pure
perchè tu continui ad amare
e invece per me non hai cure

la differenza sta qui
è che tu vivi e io invece muoio
la differenza sta qui
è che tu mi sorridi
io invece ti odio

Ti ho chiesto di esser te stessa
che brutta sorpresa
a parte la voglia che resta
il resto per te è un’impresa

La differenza sta qui
è che tu vivi e io invece muoio
la differenza sta qui
è che tu mi sorridi
io invece ti odio

La differenza sta qui
è che tu vivi e io invece muoio

giovedì 11 luglio 2013

Supponiamo un amore



Supponiamo noi due / un amore nulla più
supponiamo un amore
che non voglio che vuoi tu
solo davanti a un bicchiere
mi aspetteresti la sera
supponendo un amore / che non voglio che vuoi tu ?
Supponiamo un mattino
tu ti alzi e ami me
e che il tempo non passi
che non vivi senza me
tra tanta gente diversa
ritroveresti te stessa
supponendo che sola / tu non vivi senza me ?
Supponiamo è gia tardi
devo andare ma non vuoi
supponiamo che cerchino
il mio viso gli occhi tuoi
arrossiresti nel viso
se mi rubassi un sorriso
supponendo che in fondo
ciò che conta siamo noi ?
Amore
supponiamo dei giorni, inventare i ricordi
supponiamo un amore una volta soltanto
un amore che vuoi tu
Supponiamo una stanza
tu mi aspetti gia da un po'
il telefono squilla
dico forse non verrò
sapresti tacere il dolore
e non portarmi rancore
supponiamo che soffri
perché amore non ti do ?

lunedì 8 luglio 2013

starless



sei la mia gioia insensibile
e questo è come ti rivorrei
ma è tutto così normale il male che vorrei
da te

domenica 7 luglio 2013

Ruoli

Mi sa che è questo il mio limite: mi mancano le conclusioni, nel senso che ho l'impressione che niente finisca mai veramente. Io vorrei, vorrei davvero che i dispiaceri scaduti, le persone sbagliate, le risposte che non ho dato, i debiti contratti senza bisogno, le piccole meschinità che mi hanno avvelenato il fegato, tutte le cose a cui ancora penso, le storie d'amore soprattutto, sparissero dalla mia testa e non si facessero più vedere, ma sono pieno di strascichi, di fantasmi disoccupati che vengono spesso a trovarmi. Colpa della memoria, che congela e scongela in automatico rallentando la digestione della vita e ti fa sentire solissimo nei momenti più impensati.
Diego De Silva- Non avevo capito niente



giovedì 4 luglio 2013

Saliva



La nostra festa di ieri sera mi è piaciuta 
io mi sono divertita soltanto che adesso ho mal di testa 
e mi prendo un'aspirina
 secondo te cancellerà il sapore della tua saliva
 o il fatto che non ho capito un cazzo della vita? 
io stasera non esco 
saldamelo tu il conto con il resto del mondo
 io resto a letto perché mi sento uno schifo 
e non è la prima volta non è neanche la seconda 
che io mi sento uno schifo
 e non è la prima volta no non è la prima volta
 e poi tu non sei migliore di me
 anzi com'è che siamo sempre i peggiori
 e io non mi sforzo neanche troppo
 è una specie di vocazione naturale
 l'aveva sempre detto mia madre
 io stasera non esco 
saldamelo tu il conto con il resto del mondo 
io resto a letto perché mi sento uno schifo 
e non è la prima volta non è neanche la seconda 
che io mi sento uno schifo e non è la prima volta 
no non è la prima volta perché ti odio 
ma fingo bene sono molto intelligente 
quando mi conviene perché ti odio 
ma fingo bene sono molto intelligente 
quando mi conviene.