domenica 26 maggio 2013

Mi sembrerà come se


                                                         Alessandro Baronciani

 Tornare a casa tardi, ma non troppo, non come prima. Essere colti dall'apatia, dalla scarsa voglia di stare in mezzo alla gente, essere infastiditi da discorsi e voci. Svegliarsi sempre presto, come se il letto la mattina ti prendesse a calci per allontanarti dalle coperte. Essere coperti fino al collo, mentre dormi, mentre vivi, mentre fingi che vada tutto per il meglio, che non c'è niente che ti sta scorticando dentro. Il paradosso: ora che non hai più bisogno anche lui sembra inizi a preoccuparsi per te, come se ora fosse necessario, come se ora fosse davvero importante. Il rancore allevato come un tumore per anni interi, per notti insonni, per serate di distruzione, non ti vuole lasciare. E' inutile morfinizzarlo, perchè lui si cela solo per qualche secondo e poi ritorna più forte di prima a prendersi ciò che gli spetta.




Solo se sai quello che sei
pensi e non t'importa di trovare soluzioni facili
cos'é che conta
cosa ti accontenta
e cosa ti tormenta
e sembrerà come se fossi tu fossi qui qui con me
le cose che ti cambiano tornano e tagliano
come le lame più affilate delle spade bucano
e non sbagliano

sabato 25 maggio 2013

Seppellire domande e risposte

 


Avevo ancora tante domande da fare, avevo necessità di trovare una motivazione, un perchè ad una finta equiparazione tardiva. E' ironico averla vista più morta che viva. Mi rendo conto solo ora che non siamo mai riuscite a guardarci negli occhi, evitava il mio sguardo come si evita un lebbroso. come mi aveva evitato per quindici anni. La chiesa, le lacrime di tutti e i miei nervi nello stomaco, non perchè mi mancherà, non ti può mancare qualcosa che non hai mai avuto.  Per anni mi sono convinta che era giusto, che la colpa era mia, che mi meritavo tutto questo e che non dovevo cercare niente da nessuno. Perchè ci sono sempre quei no che quando sei piccola ti aiutano a crescere e poi ci sono quei no, che francamente non ti danno alcun beneficio, oltre quello di trovarti con le ginocchia spezzate. "No, non ho nessun altro nipote, ti sbagli, mi dispiace". E invece no, non ti dispiaceva per niente. L'unica a cui dispiaceva ero io, ferita a sette anni per la prima volta nell'orgoglio, per la prima e ultima volta proiettata a elemosinare l'affetto di qualcuno. E quando tu avevi deciso che era ora di conoscermi, era troppo tardi, come quando dopo aver aspettato tanto ad una stazione un treno che non arriva decidi di andare via e quando dai le spalle ai binari senti il treno che passa e fischia e aspetta qualcuno che non verrà più.




Ringrazio il signore
Padrone dell' Universo
Misericordioso e compassionevole
Onnipotente
Nel giorno del giudizio
A te Rivolgiamo la nostra preghiera
E a te chiediamo l' aiuto
Indicaci la strada giusta
La strada giusta '
Ho viaggiato nel freddo
Faccia a faccia con la mia
Ombra che si gettava
Nel bianco velo del tempo.

giovedì 23 maggio 2013

New dawn fades



A change of speed, a change of style.
A change of scene, with no regrets,
A chance to watch, admire the distance,
Still occupied, though you forget.
Different colours, different shades,
Over each mistakes were made.
I took the blame.
Directionless so plain to see,
A loaded gun won't set you free.
So you say.

We'll share a drink and step outside,
An angry voice and one who cried,
'we'll give you everything and more,
The strain's too much, can't take much more.'
Oh, I've walked on water, run through fire,
Can't seem to feel it anymore.
It was me, waiting for me,
Hoping for something more,
Me, seeing me this time, hoping for something else.

Qualcosa che non saprò mai


 "Non ho sensi di colpa" dice lei, con un breve sollievo che non compensa minimamente il resto. In realtà ne ha una moltiplicazione di sensi di colpa. Ne ha sempre avuti, fin da bambina, per tutte le cose che avrebbe dovuto o potuto o voluto fare, per come le ha fatte o non fatte; le sembra che i sensi di colpa siano tra i suoi compagni di viaggio più assidui, non si stancano mai di seguirla."
Andrea De Carlo



                                                                        Magritte- Recamier



Così lei ieri è morta, senza che io ne avessi coscienza, senza che io riuscissi a sentire il dolore che si può sentire per una nonna che ha una parte del tuo stesso sangue. I legami di sangue non valgono nulla. E l'ho vista lì nera, con la bocca aperta, la bava che gocciolava, l'orrore scolpito in viso, le gambe in aria rigide e attorno mille strepiti e un dolore teatrale. E io la guardavo su quel letto e non piangevo. Quelle poche lacrime d'umanità sono finite dopo cinque minuti scarsi, il tempo della strada che ci ha diviso per quindici lunghi anni. Sentivo tessere le sue lodi, di mamma, amica, nonna perfetta e con orrore continuavo a pensare a con quale freddezza lei e sua figlia mi avete detto che mio padre non aveva figli, uccidendo una bambina di sette anni e suo fratello. E sentire gli occhi di tutti puntati su questi due ragazzi alti e grandi, che non c'entrano nulla con quel contesto, e che nessuno sa identificare. Due estranei proiettati in un dolore non loro. Dispiace si ma finisce là. Eri buona o no, non lo saprò mai, ma so benissimo che volente o nolente ci hai fatto del male, così senza che noi avessimo colpa. Ma per me era troppo assurdo pensare di ricevere cattiveria senza aver fatto nulla, così il senso di colpa me lo sono allevato come un figlio fino a lasciarmi divorare da dentro, fino a farmene una malattia incurabile.  Tua figlia ieri non si è neppure risparmiata dal darmi un'informazione che poteva evitarmi: volevi scrivere una lettera prima di morire ma lei te lo ha impedito, perchè in ogni caso non avrebbe fatto avere niente a nessuno. Volevi dirmi che ti dispiace, volevi dirmi che alla fine mi capisci, o volevi rimproverarmi di essere stata un muro su cui sbattere sempre negli ultimi sette anni? Non lo saprò mai. Ti sei portata la verità nella bara, ma io la mia verità non riuscirò mai a seppellirla.



Sale la nebbia sui prati bianchi
come un cipresso nei camposanti
un campanile che non sembra vero
segna il confine fra la terra e il cielo. 
[...]
 
La terra stanca sotto la neve
dorme il silenzio di un sonno greve
l'inverno raccoglie la sua fatica
di mille secoli, da un'alba antica.

Ma tu che stai, perché rimani?
Un altro inverno tornerà domani
cadrà altra neve a consolare i campi
cadrà altra neve sui camposanti.



domenica 19 maggio 2013

Comunque vada




Comunque vada darò un sorriso al niente
o ruberò al vento un'acqua di silenzio
amerò le mani tese sui capelli i pugni in testa
il buio ingiusto della mia malinconia
Malgrado tanto io sciolgo ancora idee
come lacci di scarpe inutile follia
non aver badato al mio starnuto al chiasso
dei suoi panni stesi e l'alba rigida nei corridoi

Futilità sospesa scontami il perdono
ho una dignità di schiuma pronta a soffocare
è solo un mio trambusto personale
una pausa insolita ed incerta come l'idiozia

Scappa via scappa via cosa mai sarà
scappa via scappa via non tornerà

Ma resto chiuso e un'amica si frantuma
in un istante un grido svaniscono parole quasi mute
immagini sfinite e il sogno delle sue bugie
marcite intorno alla mia stanza

Curiosità lontana torna fra i pensieri
come giovani farfalle provano le ali
sconnetto me da tutto e tutti si sconnettono
e mi merito un applauso dipinto d'incoscienza

Scappa via scappa via cosa mai sarà
scappa via scappa via non tornerà

lunedì 13 maggio 2013

Lettera al peggio

L'avevo detto stamattina che se il buongiorno si vede dal mattino non vedevo l'ora di andarmi a coricare di nuovo. Ricapitolando oggi:
1- Ho visto un incidente subito dopo aver attraversato la strada e ho chiamato l'ambulanza perchè sanguinava e aveva le gambe storte.
2- Sono cinque giorni che non dormo e che non sento altro che pianti lamenti e presagi di morte, tanto che stamattina mi sono direttamente immaginata che stavano continuando.
3- In un'ora sola a casa mentre non c'ero: mio padre si sente male, tu pure, mia madre scende e da fuoco ad un albero con il barbecue, mio zio per un pelo non la investe con la macchina.
4- Ricoverano quella che non definisco nonna e non si sa manco perchè.
5- Ti portano d'urgenza in ospedale e anche qua non si capisce neppure perchè.

A questo punto io mi chiedo, carissimo peggio, non per essere cattiva o augurare il male ad altra gente, ma ogni tanto non ti puoi ricordare che esistono altri numeri civici? La mia tolleranza sta arrivando sotto zero e mi convinco ogni giorno che passa che tra poco diventerò anestetizzata a qualsiasi forma di dolore. Un blocco apatico che cammina per strada.




It's in your reach
Concentrate
It's in your reach
Concentrate
If you deny this
Then it's your fault
That God's in crisis
He's over


mercoledì 8 maggio 2013

It doesn't hurt me. You want to feel, how it feels?

"Mi fa impazzire pensare alle persone sensibili e piene di qualità che odiano il denaro e le industrie e le macchine e il potere, e perché sono sole pensano di essere malate, si sforzano di adattarsi alla realtà e se ne fanno schiacciare."

Andrea De Carlo- Due di due


Sarebbe tutto più facile se non sentissi i tuoi lamenti, i tuoi pianti, il tuo dolore come se fosse il mio, in un rapporto simbiotico e devastante. Impongo distanze non di luoghi, e limito il tempo da passare con te. Faccio mille e più cose per non pensare a cosa ti sta succedendo, al posto in cui ci porterà tutto questo ma sopratutto al come ci arriveremo. Come quando senti di avere vicino tutto quello che ti fa del bene e del male al tempo stesso, in un rapporto masochistico ma inevitabile. Accettare di essere realtà distinte, autonome, sembra quasi come quando devi accettare di andare sulla bici senza rotelle. E si dia il caso che io non ci sia mai riuscita. Come parlarsi in silenzio. Dirsi tutto e niente. Una contraddizione in termini. Fare tutto l'altro che mi resta impegnando ogni istante ed esaurendo tutte le forze, affinchè non ne restino per farsi del male, per pensare al resto, al vero, a quello che mi resta.

Quando subisco, faccio sempre queste ricostruzioni cronologiche, manco poi mi facessero sentire meglio.
                                                                                          Diego De Silva- Sono contrario alle emozioni
 
If I could tear you from the ceiling
and guarantee a source divine
rid you of possessions fleeting

sabato 4 maggio 2013

La mia libertà




Stai cadendo
giù
come intonaco dalle
pareti
e sprechi
un mondo
tuo di balle
che non reggono più…

li ho già
grattati via
come un solletico
d’inconveniente
i tuoi profeti
e certe
assurdità
sull’utopia.

Non trovi meno astratto
che l’autonomia sentimentale
sia
abolita sempre
dal concetto
esatto
per il quale
un sintomo d’amore
si misura in dosi come
un recipiente?