sabato 4 gennaio 2014

Riparare coscienze altrui





 Ieri sera hai setacciato un vecchio quaderno d'appunti variegati che credevi, errroneamente, di aver butttato almeno nel dimenticatoio. Le date sono comprese tra il 2008 e il 2010, e le sensazioni a distanza di sei anni, non sono cambiate di una virgola, se non per il fatto che molte vicende le hanno amplificate tanto da costringerti a doverle accettare, tuo malgrado. Quello che mette la distanza tra ieri e oggi, sono tutte le goffe scuse che hai ricevuto, scuse fatte di niente. Tutta questa gente che nel corso degli anni ha sentito il bisogno di scusarsi, come se le scuse servissero a qualcosa oltre che a ripulire la loro coscienza. Forse a volte sarebbe meglio pensare, prima di far male a qualcuno, se il nostro comportamento può ferire o meno. Invece questo non ce lo chiediamo mai, agiamo e basta in virtù del principio per cui bisogna fare sempre il nostro bene. E a volte sei stanca di pronunciare sempre le stesse tre parole, quel "non fa nulla" e vorresti smetterla di rimettere  a posto la coscienza degli altri, manco fosse una macchina che porti da un meccanico. Continui a non capire troppe cose e ti chiedi, se sei tu ad avere qualcosa che non va o sono le cose ad essere così incomprensibili. Spesso ti assale questo senso di vuoto dentro lo stomaco, questo groppo alla gola che non si scioglie mai, che riesce a trovare sollievo soltanto davanti alla sua tomba al cimitero, dove le lacrime continuano a scendere senza sosta, come se la diga che le trattiene si fosse spaccata a metà improvvisamente. Nel ricordo c'è sempre qualcosa d'ingiusto, c'è sempre qualcosa che sfugge, qualcosa di legato all'ultimo periodo,  e per te ora il ricordo più vivo è quell'unico occhio che ti guarda speranzoso e triste al tempo stesso da un letto di ospedale, da una stanza troppo bianca, in una luce troppo forte e tu che nascondendo quello che sai, lo ricambi. Ci sono cose, sensazioni, fatti che non passano mai, nè dopo poco, nè dopo tanto.



E per tutti il dolore degli altri
è dolore a metà

si accontenta di cause leggere
la guerra del cuore
il lamento di un cane abbattuto
da un'ombra di passo

si soddisfa di brevi agonie
sulla strada di casa
uno scoppio di sangue
un'assenza apparecchiata per cena.

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