lunedì 13 gennaio 2014

Come si può


"Il lavoro, ho capito, può essere un utile surrogato della vita, di una vita vissuta come si può. L'amore, il bisogno d'amore, il desiderio, invece, non ammettono sostituti o sostituzioni. Però, Isa, come sanno bene le lettrici dei romanzi rosa che traducevi anni fa, anche se non si dimentica, si va avanti. Così ho fatto. Sono andato avanti, con la sgradevole impressione che tutto quello che mi poteva succedere mi fosse successo e che la vita non mi riservasse più niente di particolare tranne la sua stessa fine. E il risultato, te lo dico sinceramente, è stato che ormai, per quanto senza te, o qualcuno come te, mi senta solo, scontento e deluso, vivo in pace con me stesso e con gli altri. Con me perchè non faccio niente per turbare l'equilibrio che ho faticosamente raggiunto, e con gli altri perchè non m'interessa niente di loro: quelli cui dovevo qualcosa non ci sono più, e dei rimanenti non m'importa proprio nulla."
Federico Roncoroni- Un giorno, altrove





La sera è sempre la stessa storia che si ripete ininterrottamente da mesi: ti metti a letto e non sai come avviene quell'assalto che si concentra nella gola e ti fa scendere mille lacrime, come se queste potessero curarti le ferite. E i pensieri sono sempre troppi per una persona sola, e questo senso di vuoto che ti fa stare male, questo malessere che gli altri chiamano "attacco di panico", tu proprio non riesci a superarlo. E' che questi attacchi di panico, che ti fanno andare il cuore a mille, sono come quei pensieri, quelle persone che ti fanno male e di cui tu non riesci a prevedere l'arrivo, in modo da poterne limitare i danni. I danni, quelli ci sono sempre, a volte di più, altre meno, ma non mancano mai. Un po' credi faccia parte di questa tendenza di vivere come una disadattata alla vita, come qualcuno che si pone sempre ai margini, fuori da tutto quello in cui non riesce a identificarsi, fuori da quello a cui non riesce ad abbassare la testa. E il prezzo di ogni scelta alla fine, sei sempre pronta a pagarlo, è una questione di peso, il peso delle conseguenze che le tue azioni e non azioni portano con se. E la scelta stavolta è stata prenderti cura di te stessa, preoccuparti più di te che del resto del mondo, imparare a vivere come puoi, superando quei limiti evidenti che ti impongono questa malinconia perenne da cui difficilmente riuscirai a guarire. Se non puoi guarire da qualcosa, se non puoi sconfiggerla, e lei non ti ammazza prima, tanto vale allearti con lei ed essere una cosa sola. A volte lottare non serve poi a tanto, a volte basta accettare, accettarsi così rotti come si è, e tentare di andare avanti per come si può.  

Ho giocato a vivere così, bevendo il passato a sorsi brevi
delle poche cose che conosco farò mare pescoso
dove l'esca dei miei ricordi troverà sempre qualcosa,
lascerò quello che non conosco alla curiosità degli altri
ora che la mia dignità è del tutto personale.

Max Gazzè- Del tutto personale


E il treno io l'ho preso e ho fatto bene.

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