lunedì 20 gennaio 2014

Le prese di posizione

 "Cioran, uomo di grande lucidità. diceva che la vita, più che una corsa verso la morte, è una disperata fuga dalla nascita. Quando veniamo al mondo affrontiamo una sofferenza e un disagio che ci portiamo avanti tutta la vita, quelli di un passaggio traumatico da una situazione conosciuta all'ignoto. Questo è il primo grande disagio. Il secondo, non meno traumatico, è quando ci rendiamo conto che dovremo morire. Per me questa spaventosa consapevolezza è arrivata verso i quattro anni. L'uomo diventa 'grande', diventa spirituale o altro, quando riesce a superare questi disagi senza ignorarli. Ora, se a essi si aggiunge anche l'esercizio della solitudine, ecco che allora forse, a differenza di altri che vivono protetti dal branco, alla fine della tua vita riesci a 'consegnare alla morte una goccia di splendore', come recita quel grande poeta colombiano che è Alvaro Mutis. Se ti opponi, se ti rifiuti di attraversare e superare questi disagi, per sopravvivere ti organizzi affinchè siano altri a occuparsene e deleghi. Questa rinuncia ti toglie dignità, ti toglie vita. Credo che l'uomo, per salvarsi, debba sperimentare l'angoscia della solitudine e dell'emarginazione. La solitudine, come scelta o come costrizione, è un aiuto: ti obbliga a crescere. Questa è la salvezza. "

Fabrizio De Andrè- Una goccia di splendore (autobiografia)





Queste ultime settimane le definiresti "il periodo delle prese di posizione". Tutte le posizioni che non riuscivi a prendere le hai prese tutte in una volta, come se ci fosse qualcuno pronto a spararti se non lo facessi. Ma stavolta non c'era nessun obbligo, nessuna condizione, che dovevi assolvere, era semplicemente un mero riflesso di autoconservazione. E' che arrivi ad un punto in cui dopo esserti distrutta la prima, la seconda e la terza volta e aver ridotto la tua persona in pezzi così piccoli devi in qualche modo iniziare a reincollare tutto il malloppo. E alla fine sembra quasi tutto più facile di sempre, che ti costa continuare a fare come hai sempre fatto? Scappare feriti. La cosa più semplice e più vigliacca del mondo. Ma stavolta non importa se è vigliacca oppure no, perchè stavolta è il collante per i pezzi in cui tu stessa ti sei ridotta. E stasera che il vento batte forte sugli infissi, quasi come se volesse richiamare la tua attenzione, ti rendi conto che niente alla fine è come sembra, che tutto ha un prezzo, le prese di posizione soprattutto. A volte il prezzo è perdere qualcuno, altre perdere un allievo, altre perdere soldi, altre perdere dignità. E tu sei sempre stata disposta a pagare tutti questi prezzi, tranne uno, non hai mai voluto perdere la dignità. Hai perso persone, e ti sono mancate parecchio, forse a volte ti mancano ancora; hai perso allievi a cui ti eri affezionata a cui volevi insegnare quella stessa correttezza che ormai nessuno più insegna; ma la dignità no. Ed è forse la sola cosa, che oggi che ti manca tutto e forse in fondo niente, ti riesce ancora a tenere in piedi. E mentre studi come una forsennata, per superare quello scoglio per cui mille volte a più persone hai chiesto aiuto, oggi che sei da sola davanti a questa croce che hai accantonato per via dei ricordi che racchiude in sè, oggi decidi che non importa più nessun aiuto. Decidi che oggi ci sei tu e sai bastarti.  E saperti bastare, è il modo per scacciare qualsiasi tentennamento, qualsiasi tristezza, qualsiasi curiosità che va oltre ciò che devi sapere. Alla fine non è sempre così necessario "sentire tutto in tutte le maniere"come diceva Pessoa, stavolta preferisci non sentire niente, e non è una costrizione, ma una semplice scelta, una di quelle che magari "si fanno in pochi istanti e si scontano per il tempo restante", ma anche questo perde valore, se pensi che è solo tua.




Non conosce paura l'uomo che salta
e vince sui vetri e spezza bottiglie e ride e sorride,
perchè ferirsi non è impossibile,
morire meno che mai e poi mai.

Insieme visitata è la notte che dicono ha due anime
e un letto e un tetto di capanna utile e dolce
come ombrello teso tra la terra e il cielo.
Lui ti offre la sua ultima carta,
il suo ultimo prezioso tentativo di stupire,
quando dice "È quattro giorni che ti amo,
ti prego, non andare via, non lasciarmi ferito".
E non hai capito ancora come mai,
mi hai lasciato in un minuto tutto quel che hai.
Però stai bene dove stai. Però stai bene dove stai.



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