sabato 11 gennaio 2014

Responsabilità

Le cose che ti cambiano tornano e tagliano  come le lame più affilate delle spade bucano  e non sbagliano.
Tiromancino- La distanza




Rincontrare qualcuno dopo otto anni e sentirsi dire di essere cambiati talmente tanto da essere irriconoscibili. Da un lato esserne sorpresi, dall'altro pensare che era prevedibile. Quelle condoglianze che arrivano a distanza di tre mesi, pronte a tagliare di nuovo quel velo sottile di carne che stai cercando di ricostruire. Ma forse sempre meglio di quelle che non sono mai arrivate. I cambiamenti mica li scegli, loro vengono da soli, sono come un uragano, ti mettono sottosopra e dopo ti ritrovi diversa, non sai se migliore o peggiore ma diversa. Quello che molti non capiscono è questa imposizione del cambiamento, che non è l'esercizio del tuo volere, ma semplicemente una condizione che viene e ti devi caricare addosso, volente o nolente, e se questa comporta anche un silenzio sempre più assordante, non puoi fare altro che abbassare la testa e tentare di andare avanti, se questa comporta il diventare passivi, senza reazioni aggressive, se comporta lo snaturarsi lentamente, non ci sono altre soluzioni che accettare,  per quanto tu ti possa ostinare in questa ricerca di alternative inutile. E la mattina ti svegli, sempre un po' paranoica e confusa, e tenti goffamente di pianificare una giornata, con meno lassi di tempo possibili da dedicare al pensiero. Ma tutti questi progetti ogni giorno si rivelano fallimentari e il pensiero è sempre uno: come si potrebbe vivere meglio se ognuno di noi si assumesse le proprie responsabilità, senza giocare ad un continuo scarica barile, senza cercare giustificazioni per le proprie azioni nel mero "ma lo fanno tutti, ma l'ha fatto pure lui". Non c'entra quante persone lo fanno, se tu ferisci qualcuno hai il dovere di sentirti uno schifo per averlo fatto e non serve tentare di pulire la tua coscienza con queste constatazioni inutili del "è una cosa comune", perchè se è comune far male a qualcuno questo non smette mica di essere repellente e ingiusto. E una cosa almeno l'hai capita in questi primi giorni del 2014: che sei stanca di ripulire la coscienza degli altri, che non t'importa più di quante giustificazioni possano trovare, per certe cose non ne esistono, chi è in colpa deve avere il coraggio di assumersela, e non è un problema tuo il doverli sgravare dalla stessa. Per tutte le volte che ti sei sentita in colpa, non hai mai cercato qualcuno che ti ripulisse la coscienza, hai lasciato che il tempo e le tue azioni curassero le ferite per le cose che avevi fatto, perchè uno "scusa, mi dispiace", non basta mai. Le parole non bastano mai.


 E' necessario che io sia coerente con me stesso
per dare il peso giusto e un senso a tutto il resto
ed è importante che non faccia cose in cui non credo
per non confondermi e dover tornare indietro.


Nessun commento:

Posta un commento