domenica 6 ottobre 2013

Non essere schizzinosi



 "La cosa più difficile da accettare nella vita è l'incomunicabilità. Quell'impossibilità di dire esattamente quello che si vuole perchè mancano le parole per dire esattamente ciò che si prova.
Mancano le parole giuste, mancano tutte le parole, anche quelle sbagliate."
                                              Michela Marzano- L'amore è tutto: l'amore è tutto ciò che so dell'amore


                                                                                                                                      Vladimir Kush

Le tre di notte. Era da un anno che non andavi ad una serata, un anno che non toccavi una bevanda contenente in qualche modo alcol e adesso sei lì a rigirarti tra le coperte, ancora con il pigiama estivo nonostante il freddo che comincia a farsi sentire. Ed è una lotta, una lotta con te stessa per addormentarti e non pensare a niente, non pensare a Lei, non pensare a Lui. E vincono loro come sempre. E' una battaglia impari, due contro uno. I giorni passano e non sai se troppo lentamente o troppo velocemente, e il silenzio diventa sempre di più necessario, chiarificatore, liberatorio. Ti vedi più forte, più resistente che mai, sempre più un muro di pietra su cui scivola tutto, difficile da essere abbattuto e ti va bene così, sai che potrebbe essere peggio.  Il numero delle persone di cui imparare a fare a meno si accresce di giorno in giorno, recluta nuovi membri come se fosse una gara a chi si fa arruolare per primo. E vorresti tantissimo sbagliarti, alzarti un giorno e dire: Come sono stata stupida, credevo di vedere mentre avevo ancora gli occhi chiusi. Ma non è così. Quel giorno non arriva mai, non arriva come non arriva il messaggio, la chiamata che aspetti, come non arriva niente di quello su cui riponi anche solo una parvenza di aspettativa. Perchè è appunto l'aspettativa che ti frega sempre, quello che tu immagini degli altri a confronto con quello che gli altri sono. Le parole a cui hai voluto credere e a cui non dovevi credere. Parole, solo parole e fatti tutti opposti. Che senso può avere così? Poi un tuono nel cielo già in tempesta: danno neurologico. E adesso di Lei cosa sta rimanendo, la voce andata via, l'udito pure, e adesso anche il senno, che senso ha vivere così, vivere per soffrire? Che senso ha il fatto che non trovi neppure parole per dire che non è giusto, che le parole vengono fuori solo quando le scrivi. Poi ti guardi attorno, e ti rendi conto che non dirle le cose ti mette al riparo, forse è da vigliacchi questo è vero, ma non ti espone ai colpi d'indifferenza, d'incomprensione che potrebbero essere peggio di un silenzio orgoglioso e ventennale. Alla fine è tutto come il pacchetto di crackers che tieni nella borsa: tutto si è sbriciolato ed è rimasto imprigionato dentro la plastica chiusa ermeticamente, ma tu non sei schizzinosa e se hai fame non lo butti via, lo mangi lo stesso, e anche se è poco, se non ti sfamerà mai del tutto, sarà sempre meglio di un torsolo di mela da cui non puoi prendere più neanche un morso, dato che è stata divorata da qualcun altra.




E' tutto un gioco,
l'esistenza è solo un gioco
E a me non dispiace
per le cose che ho perso
e non cerco più nessuno.

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