domenica 2 febbraio 2014

Te ne vai, e allora non devi tornare


 "Odio le recriminazioni. Sono come la pioggia invernale che entra dappertutto, anche nel cuore."
Michela Marzano- L'amore è tutto: è tutto ciò che so dell'amore



Ieri ha piovuto per tutto il giorno, e oggi la nebbia sembra stia abbandonando il campo. In questi giorni, penso sempre alla gente che se n'è andata, a chi ti volta le spalle come se niente fosse e semplicemente decide di andare via. Ogni cosa che facciamo è una scelta e una rinuncia: scegli qualcosa e rinunci all'altra.
E fin qui sarebbe tutto normale, se non fosse per il fatto che le persone sentono sempre il bisogno di ritornare in qualche modo, chiedendo scusa e o non facendolo, o peggio scivolando nei discorsi patetici del "ma io non volevo farti male". Non volevi o volevi, che differenza fa dopo averlo fatto? Mica stiamo qua a commisurare la pena, per cui se tu non vuoi io ti faccio lo sconto. Che lo vuoi o no, quando fai male a qualcuno non cambia niente. E non è neanche una questione della logica del "non fare agli altri quello che non vorresti che gli altri facessero a te", è una questione di dannata coerenza. Quando si sceglie di andarsene, non si deve tornare, perchè dietro le giustificazioni del "l'ho fatto anche per te, perchè io sapevo", c'è un "no" perchè tu non sapevi proprio niente, tu mica l'hai fatto per me, l'hai fatto per te, come sempre egoisticamente sperando di poter mettere un tappo a quella coscienza bucata che hai. E a me è successa parecchie volte con diverse persone questa storia del "ritorno", solo che non ho mai permesso a qualcuno di attuare il piano della riparazione del danno fatto, semplicemente perchè non credevo che una persona che se n'era andata una volta, non l'avrebbe più fatto. Si sa, l'uomo è l'essere più recidivo che esista. L'altro giorno mi trovavo in libreria, e involontariamente ho sentito il discorso di un lettore accanito con il commesso, credo parlassero di libri quando il signore dice "Che poi è bella sta storia dell'amore che tutti cercano,  poi lo trovano e che fanno? Se ne vanno perchè hanno paura, ma a che serve cercarlo se sei un vigliacco?", io ho guardato quel tipo in faccia e ho abbassato la testa pensando che mica si è vigliacchi solo con i sentimenti, ma qualsiasi cosa dopo che ce l'hai potenzialmente sei pronto a buttarla via, magari poi te ne penti pure, ma intanto l'hai buttata via. E io mi rendo conto oggi che ammiro quelle persone che sanno tenersi stretto quello che hanno, quelli che non se ne vanno senza sapere quello che stanno facendo, quelli che se ne vanno e non tornano più e sanno che il bene dell'altro sta tutto nel non vederli ritornare mai più. E' chiaro, se non vuoi andartene, non te ne vai, punto. E ripenso oggi a quei pomeriggi interi che mia zia spendeva a convincermi che non era colpa mia se le persone mi voltavano le spalle e se ne andavano, che era solo perchè io li spaventavo e io che ripetevo che non volevo fare paura alle persone,  e pensavo che fosse una cosa brutta. E lei che diceva che non sempre era brutto, che se le persone ti temono forse è anche meglio, perchè sanno che non devono spingersi oltre più di tanto e capita meno che gente che non merita ti possa ferire. Ma io non le credevo mica, pensavo sempre che avevo una colpa di qualche tipo, una parola sbagliata, un atteggiamento che non andava bene, fino a convincermi del fatto che se i ragazzi con cui stavo mi tradivano era di sicuro colpa mia. E più il copione si ripeteva, con la prima, con la seconda persona, con la terza e più mi convincevo che ero proprio sbagliata. Oggi a distanza di anni, mi sto liberando da questa convinzione perversa, e forse è anche la mancanza di mia zia, che mi sta aiutando ad elaborare tutte le colpe che mi sono marchiata a fuoco sulla pelle. Così come costa parecchio togliersi un tatuaggio anche togliersi colpe marchiate e fuoco costa tanto. Costa tutta la consapevolezza che comporta l'ora di rimettersi in piedi da soli, senza sostegni che mi consentano di trovare sempre una spalla su cui piangere, perchè ora non sento più il bisogno nè di piangere nè di trovare la famosa spalla su cui farlo. Ora sto e mi sta bene così. 


Sono stazioni tirreniche al sole
dove passano i treni direttissimi altrove.
E' un palmizio borghese accanto alla vasca vuota dei pesci,
rossi negli occhi.
E' un museo dell'estate, le gelaterie sconsacrate
sono i canarini gialli nella precisione delle finestre.
sono le epoche brusche delle maree da sentire coi piedi
sotto un cielo questo che vedi con gli occhi dei sandali blu.
Tu sei, si sei quello che sei ma comunque sei tanto più di me
e sei, si sei quello che sei ma comunque sei tanto più di me
e allora vai, prendi il treno e vai
che se non te ne vai tanto te ne andrai
e vai, prendi il treno e vai
che se non te ne vai tanto te ne andrai

perchè sei, si sei quello che sei
ma comunque sei tanto più di me
e vai, prendi il treno e vai
che se non te ne vai tanto te ne andrai
verso stazioni tirreniche altrove dove passano i treni
direttissimi al sole ...altrove

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