mercoledì 11 aprile 2012

Vene svuotate

                                                                                                                         Jake Baddeley

Sei poltrone azzurre e imbottite con i loro ospiti. L'odore di disinfettante  resta dentro le narici, le brucia  quasi, impregna i vestiti. Osservo  in un angolo all'impiedi, sei facce uguali  nell'espressione e nell'essere senza sopracciglia, i cuoi non più capelluti  coperti da cappelli o capelli ben lontani dagli originali. Provette, buste di liquidi da iniettare nelle vene, lacci emostatici pronti a legare la vita malata che scorre nelle vene. Sono una spettatrice intrusa e silenziosa. Nessuno parla, un silenzio quasi necessario e Morgan che canta su radio cuore "applico alla vita i puntini di sospensione". Arriva la valigia col tuo nome, tu scherzi con tutti come se fossi consapevole più di me che questo quinto piano vista sul mare è diventata la tua seconda casa. Focalizzo ogni singola lettera scritta sul portadolore giallo. Due di quelli con cui scherzi legano il braccio e iniziano ad esplorarlo, con fare sicuro, come se avessero una mappa mentale da cui attingere l'informazione necessaria. Ti pungono il braccio sinistro in alto: non esce nulla. Scendono al polso, legono l'avanbraccio, l'ago perfora la carne ma la terapia va fuori vena, diventi gonfia dopo pochi minuti. Passano al braccio destro, gonfia anche quello. Le vene si sono rotte, pulsano  ma non vogliono più intrusi di alcun tipo.  Alla fine riprendono il polso e la panacea entra in vena, dura venti minuti, poi il sangue.


 Don't say it's easy to follow a process
There's nothing harder than keeping a promise
Blood runs through your veins, that's where our similarity ends
Blood runs through our veins

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