giovedì 29 marzo 2012

Forse sei un congegno che si spegne da se

"Chi ha un perchè per vivere può sopportare tutti i come"
F.W. Nietzsche

                                                                                                                 Francis A. Willey

Un pomeriggio come mille altri. La cronaca della partita Barcellona-Milan  nella radio del macellaio che abbatte le pareti cielo della stanza. Qualcuno scende le scale del condominio e con i tacchi sembra di combattere una guerra una guerra con il pavimento.  Un bambino isterico  grida al piano di sopra perchè la madre gli ha staccato il nintendo wii. Un gatto miagola, un cane abbaia, degli uccelli cantano in giardino. Mi copro gli occhi con i capelli e alla fine nascondo ogni parte di sotto il mio sudario verde e mi illudo di essere coperta e immune. Io afona, vorrei urlare ma l'unico urlo che viene fuori è muto.  Come quando fai una rampa di scale di mille gradini, sei a più di metà scala e non ti rendi conto che un gradino è scheggiato, il tuo piede scivola e perdi quota. Sei caduta e ti fa male il ginocchio ma puoi ancora farcela e ti attacchi alla ringhiera. La ringhiera è malandata, difettosa e si spezza, scivoli di nuovo e le ginocchia ti sanguinano, forse ti sei rotto qualcosa. Ti fermi e aspetti che qualcuno faccia quella stessa scala, ma non arriva nessuno. Hai due scelte: lasciare che la tua carne vada in cancrena aspettando o trascinare le tue ginocchia malconce meglio che puoi. Scegli la seconda e ti trascini. Alla fine arrivi in cima e tutti quelli che hai attorno ti fanno la stessa domanda "Come stai?", tu li guardi ma non li vedi e rispondi risolutivamente "Bene". E lo ripeti  tante di quelle volte che alla fine te ne convinci.


I'm not sure
What I'm looking for anymore
I just know
That I'm harder to console
I don't see who I'm trying to be
Instead of me
But the key
Is a question of control

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