domenica 15 gennaio 2012

Over and over again

                                                                                                                           Hanks Steve



Sabato sera di pioggia, con le gocce che si schiantano al suolo e si distruggono quasi fossero cristalli di nulla. Il nulla fa il rumore della pioggia che si schianta contro il tutto.  Il freddo congela le membra,  raggela lo sguardo, inibisce. Eppure nelle vene le parole circolano lo stesso, lì in mezzo ai globuli rossi, alle piastrine e ai globuli bianchi. Le parole sono nel sangue, sono nell'ossigeno che serve a produrle. Quelle giuste, adatte, quelle che anche tu vorresti sentire non vengono mai fuori, esce solo l'anidride carbonica. E' come se ci fosse una parte di me sempre in agguato e al minimo tentativo di una parola giusta, la colpisce col suo  fedele fazzoletto imbevuto di cloroformio per neutralizzarla.  Questo credo che sia perchè quando ci si abitua a sotterfugi, menzogne e cose non dette sembra di avere un macigno sulle spalle e quando ci si rende conto che magari non sempre è così, il macigno preme di più, si fa più pesante e inizia a sgretolare le costole dell'apatia e dell'indifferenza. Forse arriva il momento della consapevolezza che chiude il cerchio del:

- "Non è possibile"  [Fase A: Rifiuto]
- "E'assurdo, dite cazzate" [Fase B. Negazione ai terzi]
- "Boh, a questo punto non lo so" [Fase C: Insinuazione del dubbio]
- "Magari sì, ma solo un pò" [Fase  D: Percezione consolatoria distorta e illusoria/ Preaccettazione interiore]
-  "Va bene, è così. E ora che vogliamo fare?" [Fase E: Consapevolezza]

E sapendo che ogni processo mentale/emozionale che mi tocca si articola in fasi dialettiche si può immaginare di quali tzunami sia capace la mia mente.




La convinzione che renda più nobili cadere molte volte
ti rende consapevole che non pensare
ti faccia bene.

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