martedì 19 novembre 2013

Non ammazzata




Tardo pomeriggio, col vento che bussa prepotente alla finestra. L'unico rumore è questo fruscio ostinato, anche i pensieri oggi sono muti. Ma sono sempre lì come una colica renale pronta ad esplodere quando non te l'aspetti. L'importanza di essere impermeabile sta in questo, nell'apparire un palazzo di cemento armato, sempre là fisso al terreno, e l'errore sta nel non considerare che anche quelli che sembrano palazzi quando piove si bagnano e restano lì a subire e assorbire tutta l'acqua che cade. In silenzio s'imparano molte cose: inizi a misurare il dolore, a fare un cronometraggio di quanto tempo ci metti a rialzarti ogni volta che cadi, cominci a tollerare fino allo stremo delle forze le parole inutili, le frasi di circostanza, i commenti fuorvianti e la tenerezza che fai a chi stolto non sa che potresti divorarlo, anche in mezzo a due milioni di lacrime, se solo volessi. E poi molte cose perdono importanza: tutto quello che hai investito su persone pronte a prendere più che possono e non dare niente in cambio. Un classico, gente parassita che non fa altro che vittimizzarsi da sola per poi essere tutto quello che dice di odiare.  Ho capito che ci sono persone che mi vogliono bene nonostante io sia così rotta, funzionante a tratti, a volte assente, a volte spietata.  Ho visto la debolezza di mia madre, la fragilità di mio fratello, il rifiuto di mio zio, mi sono vista strisciare rimanendo sempre in piedi, sempre d'un pezzo, un pezzo a pezzi. E ora sono qui, in un'altra dimensione di realtà, senza di lei. Una mancanza che rimarrà sempre la spia dell'ennesimo sasso che mi hanno tirato, senza riuscire ad ammazzarmi.


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