mercoledì 26 giugno 2013

Non c'è niente da capire



Forse il nostro viaggio porta un po' più lontano
tu sorridevi agli autovelox e mi spedivi contro e spedivi contro il pentagono
i tuoi aerei pieni di armi e di beni materiali
le parole d'amore delle centrali nucleari e tutti gli altri vietnam
e per le trasfusioni vuoi la vernice rossa perché è più coreografica
quando mi hai detto che sono come l'edera
quando ti ho detto che sei come l'edera
e hai deciso che sei lesbica
i tuoi pensieri sono spesso delle stesso materiale del cielo di milano
sventolano dei fazzoletti bianchi dalle finestre quando passiamo
per salutarci o perché si arrendono
e tutti i nostri no dove vuoi che ci portino

e neanche se ti pagano
ma tanto non ti pagano
e neanche se ti pagano
ma tanto non ti pagano

il motore eterno del nostro furgone
le ombre rosse il tono della tua voce che era per rischiarare
sulle puttane in viale europa ricominciava a nevicare
su questo schifo di amore era per respingerti in mare
per farmi tempeste e lente rappresaglie e come tante utilitarie
per conformarci ad un certo modello di dolore
per un malinteso senso del progresso per un difetto di fabbricazione

nei cieli di regina coeli e nei negozi chiusi
dove cazzo siete andati tutti
i vostri sguardi che fondevano i metalli
e i camionisti addormentati su di noi ai centodieci
i nubifragi tra le tue ciglia e il guardrail
come vorrei i tuoi fuochi artificiali le tue cazzo di canzoni commerciali
ci troveremo davanti ai nostri muri dei pianti oppure uccisi da putin

quanto costano quanto costano quanto costano quanto costano
i tuoi amici che si contano sui petali di quei fiori che quando soffi si disfano gli aerei per palermo fermi a prendere freddo i dieci grammi nel tuo reggiseno i pescherecci che non tornano quei lunghi mesi immobili i santi i raccoglitori di pomodori le bombe al fosforo quei momenti che respiravamo forte come se stessimo correndo come per commemorare i tuoi capelli lunghissimi i lavori irregolari i militari iraniani i tramonti che hanno dei colori chimici i detenuti morti i venti forti dai deserti libici i venti che incendiano i campi nomadi le meteoriti le navi ferme immobili tra l'italia malta e la libia i primi fari antinebbia le nostre ultime bufere violente le guardie notturne che vanno a dormire e non c'è niente da capire non c'è niente da capire

avremmo fatto una figura migliore ad annegare ubriachi l'altra sera nel tevere
avremmo fatto una figura migliore a continuare a bere e annegare l'altra sera a trastevere
avremmo fatto una figura migliore a continuare a bere e annegare sabato sera nel tevere
avremmo fatto una figura ad annegare ubriachi io e te nel tevere

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