mercoledì 20 giugno 2012

Oggi più di ieri meno di domani







Ti alzi dalla pennichella pomeridiana, col braccio bloccato a metà, il minimo movimento e il dolore ti bussa insolente e beffardo. I reumatismi mentali di quando cambia il tempo e col caldo sale l'umidità. Come il cambio delle stagioni così il ricambio dei pensieri porta lo stesso effetto di pulizia, di gettar via e mettere da parte l'antiquariato. Un raggio di luce entra dalla fessura dalla tapparella, abbassata per combattere il caldo. Nel buio involontariamente gli occhi guardano in alto, bruciano e lacrimano un pò. Ti convinci che non è niente, o più che altro lo speri. E alla fine sai che è la speranza che ti frega sempre. Come quando scrivi per ore, riempi le righe e ti sembra che le parole siano tutte al posto giusto che l'una bilanci e colmi l'altra, ad un tratto tutto si annebia: hai paura e fai a pezzi le righe, come un macellaio squarti la carta e la riduci a brandelli spingendola lontano, rifiutandola come se non fosse tua. E poi capita così che ti trovi allo stesso punto di un mese fa  e quel raggio di sole che prima cercavi ogni mattina, che ti riempiva il vuoto, oggi ti ricorda chi eri e chi sei.


Oltre il muro dei vetri si risveglia la vita
che si prende per mano
a battaglia finita
come fa questo amore che dall'ansia di perdersi

ha avuto in un giorno la certezza di aversi
acqua che ha fatto sera che adesso si ritira
bassa sfila tra la gente come un innocente che non c'entra niente
fredda come un dolore Dolcenera senza cuore
[...]
Così fu quell'amore dal mancato finale
così splendido e vero da potervi ingannare

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