domenica 18 gennaio 2015

Parole desuete



Da quando non ci sei più, ci sono parole che ho smesso di usare.
Le usavo perchè erano desuete e ti facevano ridere.
A volte ti dicevo che avevo tante personalità, e ogni tanto una si lasciava morire per inerzia, oppure scherzando ti chiedevo del "presente" che mi avresti fatto per il compleanno.
E' come se il mio vocabolario si fosse improvvisamente ridotto all'osso, allo stretto necessario.
I primi tempi pensavo che fosse solo una cosa transitoria, adesso so con certezza che un nuovo status destinato a non lasciarmi.
Forse alla fine non è neppure solo il vocabolario ad essersi ridotto, è proprio che io ho perso la voglia di esprimermi, la voglia di chiarire con gli altri, adesso lascio stare e vado oltre. Oltre i silenzi, senza bisogno di cercare risposte, come se tutte le risposte del mondo non serviranno mai a nulla.
Penso a cose pratiche: esami, scadenze, lavoro, appuntamenti e tutte le mie giornate sono scandite da orari ben definiti, senza spazio per pensare a niente che non sia ordinarietà.
Oggi dopo mesi mi fermo, e mi rendo conto che non ho più scritto, non ho più parlato neppure con me stessa.
E ora quando sento una parola, o una cosa che mi riporta a te, mi rendo conto che il suono non è più quello di una volta, è un'eco lontana, un frantumarsi di ricordi vetro che ti tagliano ovunque mentre cerchi di raccogliere i cocci.
Stasera, tra una canzone e l'altra, un esame che si avvicina e i pochi giorni che mi restano, mi chiedo che fine farò, dove mi porterà "la strada giusta" che ho intrapreso.



E non rimane più niente
che mi fa più paura
di me



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