Dormire d'estate col lenzuolo, una pratica masochista e protezionista al tempo stesso. Quel pezzo di stoffa ti fa sentire sicuro, protetto dalle zanzare che voglio succhiare il tuo sangue, prendere pezzi della tua vita , nutrirsene e gettarli via al miglior offerente. E io ci penso sempre al sangue malato, marcio e infetto che scorre nelle vene, a quante lacrime racchiude dentro di sè, al rumore che fa quando passa e a quanto riesce a distruggere. Ogni giorno te ne tolgono un pò e lo studiano, loro ti guardano da un microscopio e io ti osservo dal bordo del muro di gomma che ho costruito seppellendo tutto quello che potrebbe farti male. E succede sempre la notte alle tre, da anni, che tutti i mostri vengono a galla, e ogni alba vede sempre la stessa resa.
Poi i singhiozzi dall'altra stanza, è più forte di te e devi alzarti indossando di nuovo la tua corazza personale. Vai e sei dura, spietata come sempre. "Non si piange per queste stupidate, si piange per la gente che sta morendo non per questo, smettila ho detto". E i tuoi stessi occhi che ti guardano e ti dicono che non puoi capire, che tu non capisci mai. Tu gli rispondi con lo sguardo che capisci, ma "i giovani cuori falliscono" e lui non può, certe cose non son permesse in certi momenti. Sente il rimprovero, smette di piangere e chiude la porta della stanza. Chiudi anche la tua porta e comincia un'altra notte, un'altra finzione.
Imparare a barare e sembrare più vero,
due miserie in un corpo solo.
C'è solo sangue,
solo sangue dentro me.
C'è solo sangue
quando sai che sei fedele
a quello a cui non credi più.
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