Sei poltrone azzurre e imbottite con i loro ospiti. L'odore di disinfettante resta dentro le narici, le brucia quasi, impregna i vestiti. Osservo in un angolo all'impiedi, sei facce uguali nell'espressione e nell'essere senza sopracciglia, i cuoi non più capelluti coperti da cappelli o capelli ben lontani dagli originali. Provette, buste di liquidi da iniettare nelle vene, lacci emostatici pronti a legare la vita malata che scorre nelle vene. Sono una spettatrice intrusa e silenziosa. Nessuno parla, un silenzio quasi necessario e Morgan che canta su radio cuore "applico alla vita i puntini di sospensione". Arriva la valigia col tuo nome, tu scherzi con tutti come se fossi consapevole più di me che questo quinto piano vista sul mare è diventata la tua seconda casa. Focalizzo ogni singola lettera scritta sul portadolore giallo. Due di quelli con cui scherzi legano il braccio e iniziano ad esplorarlo, con fare sicuro, come se avessero una mappa mentale da cui attingere l'informazione necessaria. Ti pungono il braccio sinistro in alto: non esce nulla. Scendono al polso, legono l'avanbraccio, l'ago perfora la carne ma la terapia va fuori vena, diventi gonfia dopo pochi minuti. Passano al braccio destro, gonfia anche quello. Le vene si sono rotte, pulsano ma non vogliono più intrusi di alcun tipo. Alla fine riprendono il polso e la panacea entra in vena, dura venti minuti, poi il sangue.
Don't say it's easy to follow a process
There's nothing harder than keeping a promise
There's nothing harder than keeping a promise
Blood runs through your veins, that's where our similarity ends
Blood runs through our veins
Blood runs through our veins
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