"Credo che sia questo a farmi paura: la casualità di tutto.
Persone che per te potrebbero essere importanti, ti passano accanto e se ne
vanno. E tu fai altrettanto."
Peter Cameron
La presa di posizione è tutta polarizzata nella perdita della seconda persona singolare nello scrivere, così da oggi ritorno in prima persona. Oggi ho cancellato una tizia da facebook, niente di speciale, una vecchia compagna delle scuole medie, di cui in genere non leggo mai nè status nè post, ma oggi me la sono trovata nella home e non ho potuto evitare di leggere il suo splendido poema in cui candidamente affermava di essersi rivolta a Dio dentro una chiesa un anno fa per trovare un ragazzo e oggi a distanza di un anno si sentiva in dovere di ringraziare questo Dio per averle mandato l'amore della sua vita. Io non so se credo o meno a Dio, specialmente dopo tutto quello che ho avuto la sfortuna (o fortuna o un misto delle due) di vedere, ma ho avvertito un impulso quasi di blasfemità, in questa richiesta. Ho pensato, ma siamo seri perchè sei stata mollata da un tipo ti vai a rivolgere a Dio? Così ho cancellato il contatto. E non è stata nè la prima nè l'ultima cancellazione di questo 2014. Premetto che non ho niente contro la gente che crede ancora che l'amore li salverà, che è la soluzione di tutti i problemi, di tutti i mali, che pensa che "tutto l'universo obbedisce all'amore" ma non riesco più a tollerare adeguatamente richieste così vuote, non le condivido e quindi preferisco dissociarmi anche dalla possibilità di leggerle. C'è stato un tempo, lontano, in cui anch'io credevo in questa forza soprannaturale dell'amore, in quest'idea che mi avrebbe salvata, che avrebbe spaccato a metà le mie paure, che avrebbe risolto i miei problemi, che avrebbe annullato distanze, che avrebbe completato l'incompiuto, qualche volta ho creduto anche che non solo avrebbe salvato me, ma avrebbe salvato tutti prima o poi. Anche quando mia zia era ancora viva io credevo che l'amore che io potevo darle insieme a tutti gli altri, insieme alla medicina l'avrebbe salvata. Poi piano piano, col tempo ho capito che mi sbagliavo enormemente, almeno sul fatto che avrebbe salvato me e lei. Così ho iniziato a prendere le distanze, e ho iniziato a vederlo per quello che è, ossia un supplemento, un extra che può esserci come no, che non ti salva, a volte ti può far stare bene, ma di sicuro non è grazie a lui che vivi. Fino all'anno scorso avevo ancora qualche illusione, ma da quest'anno ho deciso di separarmi anche dalla mie scelte d'illusione. Vedere le cose da lontano, dall'esterno a volte è l'unica soluzione per salvarsi, e non sono gli altri che possono salvarti, l'unica che puoi farlo sei tu. E io mi sono salvata in qualche modo, non solo dagli altri ma anche da me stessa, dall'idea che avevo e che continuavo ostinatamente a nutrire su alcune persone, gente che credevo di conoscere, gente che credevo mi somigliasse solo perchè avevo un disperato bisogno di non sentirmi sola. Ora le cose sono cambiate, perchè non sento più questa solitudine e questa necessità di trovare qualcuno come me. L'unica necessità oggi è quella di smetterla di ostinarmi a inseguire idee che io stessa invento e di cui poi sento la mancanza, e sicuramente quella di tenere lontani i fantasmi che continuano a leggere dentro di me. E oggi la prospettiva cambia, perchè se io ho perso qualcuno anche questo qualcuno ha perso me. Ci si perde, se è destino ci si ritrova, se non lo è si scompare e vuol dire che era giusto così.
Stavo riguardando un film in sti giorni e diceva "L’amore è qualcosa che è stato inventato per evitare alle persone di pensare alla miseria delle proprie esistenze" io aggiungerei "vale la stessa cosa per dio".
RispondiEliminaVale la stessa cosa anche per molti altri "valori", che sono ormai (o lo sono sempre stati?) dei contenitori vuoti con cui ci si riempie la bocca credendo di poter così riempire le crepe che ci si porta dentro.
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