Ma si sa che tutto quello che si sa e che si conosce spesso dista dalla verità.
Dente
Gilbert Garcin- La Persvrence
Le undici del mattino e i tentativi forzati di concentrazione sui libri per qualificare nel modo migliore il concetto di reato tra teorie naturalistiche, finalistiche e di causalità più o meno adeguata. Definizione è un concetto che mi ossessiona, devo sempre definire e dare un nome alle cose, è un processo mentale necessario, per quanto spesso fallace e fuorviante. La giurisprudenza m'insegna che il nomen iuris ha una valenza relativa perchè ciò che rileva in termini assoluti è il fatto in sè così come si presenta nella realtà fenomenica. Quando il fatto non è palesemente chiaro e s'incorre in errore si deve necessariamente indagare e fare chiarezza. Prendi il fatto e lo scomponi in tutte le sue componenti e sfaccettature, valuti la prevedibilità o meno dell'evento, ed è in quel momento che ti rendi conto che l'esito era scontato quasi quanto quello di una pallottola esplosa contro il tuo più acerrimo nemico. Ma a volte non ci sono neppure fatti su cui ricamare su e per quanto il fare ti sembra necessario trovi che l'idea migliore è la non azione e tutto si risolve in una qualficabilissima omissione, a cui non consegue mai nessuna reazione. Ma era prevedibile anche questo.
E' un' incantevole idea quella di stare a guardare senza agire.
To the centre of the city where all roads meet, waiting for you,
To the depths of the ocean where all hopes sank, searching for you,
I was moving through the silence without motion, waiting for you,
I a room with a window in the corner I found truth.
In the shadowplay, acting out your own death, knowing no more,
As the assassins all grouped in four lines, dancing on the floor,
And with cold steel, odour on their bodies made a move to connect,
But I could only stare in disbelief as the crowds all left.
I did everything, everything I wanted to,
I let them use you for their own ends,
To the centre of the city in the night, waiting for you,
To the centre of the city in the night, waiting for you.
Ci sono giorni in cui ti svegli al mattino con la sensazione di aver combattuto tutta la notte contro un'armata di guerrieri. Sono quegli stessi giorni in cui spostare la gamba sinistra e poi quella destra per scendere dal letto ti sembra come scalare una montagna con un piede solo. E dopo non più di dieci minuti di tentennamenti, fai la cosa giusta, come sempre, e prendi contatto con il mondo. Meccanicamente accendi lo stereo e parte l'ultima canzone di ieri sera: Smashing Pumpkins, Disarm. ""The killer in me is the killer in you", pensi, la prima frase che mi ossessionerà oggi. Come un robot mi ritrovo a pensare: doccia, colazione, studio. Mi illudo per un attimo di riuscire ad essere sempre così risolutiva e conciliante con me stessa. Ma io lo so bene che la massima durata delle mie illusioni è un mese e questa è stata sicuramente più sfortunata delle altre, potendo vivere solo per dieci secondi scarsi. Ci rifletto su e penso che il mio errore è sempre lo stesso. Come quando in libreria vaghi tra gli scaffali alla ricerca di qualcosa che ti colpisca, stupisca e atterrisca e vieni attirata dai titoli strani, e il più strano di tutti è la tua scelta. Allora vai alla cassa impettita e contenta pensando di aver trovato il tuo libro preferito. Cammini per strada come se avessi vinto al superenalotto, arrivi a casa e per qualche giorno l'idillio dura. Al quarto giorno ti ritrovi ad odiare il libro perchè è una storia già letta, un film già visto, e anche per il libro è la stessa cosa. Lo allontani mentalmente perchè è giusto così, e dopo due giorni decidi che è meglio rimuoverlo anche dalla libreria di Anobii. Vai sulla vittima col mouse, e il percorso è netto: modifica, rimuovi, sei sicuro di voler rimuovere?, si. Semplice. Tutto va come deve andare.
A point of view creates more waves,
So take a chance and step outside.